Topografia nautica: i problemi di navigazione, la
carta nautica e il carteggio
Bordeggiando
con la vostra barchetta in mezzo al mare, vi sarete accorti che quando il porto
di casa scompare dietro l’orizzonte sorgono dei problemini… dove sono adesso?
In che direzione sto andando? Proseguendo così, arriverò prima del buio? Mi
basterà la benzina nel serbatoio?
Chissà,
chissà….queste domande si possono riassumere nei tre problemi fondamentali
della navigazione:
1. scelta ed individuazione della rotta da seguire per andare
da un punto ad un altro;
2. “guidare” l’imbarcazione sulla rotta prescelta;
3. sapere in ogni istante la posizione della nave.
Per
risolverli occorre innanzitutto conoscere e saper
usare la carta nautica. La carta più usata deriva dalla “proiezione cilindrica
modificata di Mercatore” (fig.1), che l’ha disegnata proiettando dal centro
della terra la superficie del globo su di un cilindro che la circonda,
apportando poi, con dei complessi calcoli matematici, delle modifiche, la più
importante delle quali è che ha reso costanti i rapporti fra gli angoli in ogni
punto della carta, cioè l’ha resa ISOGONA.
Su queste carte MERIDIANI e
PARALLELI sono perpendicolari e paralleli fra loro, i meridiani sono
equidistanti, mentre i paralleli si allargano man mano che si va verso i poli.
Questo rende la carta inutilizzabile oltre i 60° di latitudine ed inadatta a
percorrere grandi distanze. Per i poli e le grandi rotte, nonché per i
piani, vengono usate carte dette Gnomoniche, costruite con un altro metodo.
Le
carte nautiche si dividono in 3 categorie in base alla scala: carte generali,
scala fra 1:3.000.000 e 1:1.000.000, carte costiere
fra 1:250.000 e 1:100.000, piani che rappresentano piccole zone come i
porti, fra 1:60.000 e 1:2.000.
Senza perderci in tecnicismi, riprendiamo il concetto
delle coordinate geografiche: sulla terra sono state tracciate delle linee
immaginarie per costruire un sistema di riferimento che ci permette di trovare
la posizione di qualsiasi punto. Queste linee sono dette MERIDIANI quelle che
vanno da un polo all’altro, il meridiano “
Diamo qualche definizione:
LATITUDINE:
distanza fra un punto qualsiasi sulla superficie terrestre e l’equatore. Considerando che la terra è sferica, questa
distanza è in realtà un arco ed in particolare un arco
di meridiano. Può essere Nord (segno +) o Sud. (segno -)
LONGITUDINE: distanza fra un punto e il meridiano di Greenwich. in questo caso si tratta di un arco di parallelo. Può essere
Est (segno +) o West (segno -)
Queste
grandezze sono angolari, perciò si misurano in GRADI (°). Un grado si divide in
60 MINUTI PRIMI (‘), 1 primo in 60 MINUTI SECONDI (“).
Di ogni
punto sulla carta possiamo trovare le coordinate semplicemente tirando una riga
orizzontale fino alla scala laterale (destra o sinistra, la più vicina) in cui
leggiamo il valore della latitudine, se siamo nell’emisfero nord bisogna
specificare N dopo l’ultima cifra; tirando una riga verticale verso l’alto o il
basso leggiamo invece il valore della longitudine, di cui specifichiamo E o W a
seconda se siamo a oriente od occidente del meridiano di Greenwich.
ROTTA:
l’insieme dei punti della superficie terrestre dove passa (è passata o passerà)
una nave lungo il suo percorso.
Chiamiamo angolo di rotta l’angolo che si forma tra la
rotta e il meridiano (in direzione nord) che passa per il punto dove si trova
la nave. Una rotta con angolo costante viene detta
LOSSODROMICHE. La rotta più breve fra due punti è detta ORTODROMICA: però è più
difficile da seguire, in quanto l’angolo di rotta cambia continuamente. In
genere si naviga solo per rotte lossodromiche, trasformando una
ortodromica in tanti piccoli segmenti di lossodromie.
MIGLIO
MARINO: unità di misura della
distanza in mare, è pari ad un MINUTO PRIMO di Latitudine, cioè
NODO:
unità di misura della velocità. Navigare a 1 nodo significa fare
Passiamo ad esaminare le carte costiere (fig.2), innanzitutto il riquadro del titolo: ci fornisce diverse
indicazioni, dall’alto in basso: l’istituto idrografico che ha realizzato la
carta, il mare interessato, il nome della carta, il tipo di proiezione e la
scala, la latitudine di riferimento, i riferimenti delle altitudini e delle
profondità, le indicazioni per correggere le coordinate per il passaggio al
sistema GPS (WGS) o al sistema European Datum.
Ai margini della carta ci sono le scale di
longitudine e
latitudine dove si prende con il compasso la misura del miglio marino e si
leggono le coordinate. All’interno della carta troviamo la rappresentazione
delle linee costiere, in Italia sono derivate direttamente dalle carte IGM che
ben conoscete, di cui riportano però solo le informazioni necessarie alla navigazione,
tra cui i cosiddetti PUNTI COSPICUI, ovvero quei punti
di riferimento noti e rilevabili dal mare: fari, campanili, montagne, torri
ecc. che ci permettono di calcolare il punto nave.
Dei fari si riporta anche il
colore, la modalità di lampeggiamento, i suoni. In mezzo al mare noterete
numerosi simboli, lettere e numeri. Questi ultimi rappresentano la profondità
in quel punto. Delle linee collegano i punti con la stessa profondità, sono
dette BATIMETRICHE o isobate, da esse si deduce
l’andamento del fondale di cui è riportato anche il tipo mediante
abbreviazioni: “s” sta per sabbia, “r” per roccia, “cr” per corallo ecc.
l’elenco completo delle abbreviazioni e dei simboli è riportato sul fascicolo
n. 1111 dell’ I.M.M. (Istituto Idrografico della Marina Militare): sarebbe
bello che ogni riparto nautico ce l’avesse ed ogni scout conoscesse!
I simboli utilizzati sono internazionali, quelli
italiani sono in sostituzione, qui riportiamo l’elenco dei principali (fig.3).
Sulla carta sono indicati ovviamente
i porti, le sedi della Capitaneria, i segnalamenti marittimi quali boe, fari,
fanali, nautofoni con le loro caratteristiche; i segnalamenti radar e
radioelettrici; gli ancoraggi, le zone vietate, le zone pericolose; le
tubazioni e i cavi sottomarini, le piattaforme, le secche, i relitti, gli
scogli isolati o sommersi; le rotte consigliate, quelle di sicurezza e quelle
obbligatorie. Inoltre sono
riportate una o più rose dei venti con cerchio graduato da
Le carte vanno aggiornate periodicamente tramite gli
avvisi ai naviganti, che segnalano cambiamenti, novità o disposizioni
temporanee per la navigazione.
Come
si usa la carta? Adesso che sappiamo leggerla, cominciamo a vedere qualche
semplice operazione. Innanzitutto occorrono degli
strumenti: matita e gomma, un compasso, le squadrette nautiche (ne basta una,
più una riga).
Per
tracciare una rotta fra due punti
semplicemente tiriamo una riga a matita, avendo cura di non passare sopra a ostacoli o zone pericolose o vietate, in tal caso dobbiamo
tracciare una rotta spezzata composta da due o più segmenti. Per leggere
l’angolo di rotta si dispone il lato lungo della squadretta sulla rotta,
facendola scorrere fino a che lo “
Misuriamo
la distanza tra i due punti: con il
compasso prendiamo sulla scala della latitudine a bordo carta una apertura pari a un PRIMO ( o 5, o 10,
Supponiamo
di navigare a velocità costante: possiamo calcolare il tempo di percorrenza
con la formula Tempo = Distanza : Velocità; ad esempio
navigo a 7 nodi su una rotta di 480 miglia: 480 : 7=68,5 ore dove ,5 sono
decimi di ora (1 decimo di ora sono 6 minuti) per cui 5x6=30’. Tempo di
percorrenza 68h e 30m.
Se
navighiamo a motore e conosco i consumi della mia imbarcazione ad una data
velocità, posso calcolare quanto carburante consumerò,
semplicemente moltiplicando il consumo orario per le ore previste di
navigazione.
Affare molto più complesso è
trasformare precisamente la rotta calcolata sulla carta in PRORA BUSSOLA, ossia
la direzione in cui dovrò mantenere la barca rispetto al nord segnato dalla
bussola di bordo per navigare effettivamente sulla rotta prevista. Bisogna
tenere conto di molti fattori quali la differenza tra nord vero e magnetico (cioè la declinazione magnetica), l’effetto delle correnti...
insomma ce n’é abbastanza per un altro articolo !!
Non
mi resta che augurarvi un sincero (ed appropriato)
BUONA
ROTTA
Manuel
Fano
I